Tra il 1976 e il 1983 all'Esma, la Scuola tecnica della Marina, furono imprigionati, torturati e uccisi migliaia di oppositori
Il lager diventa Museo della Memoria.
L'Argentina fa i conti con la dittatura Un passaggio simbolico che si accompagna ai processi a militari e poliziotti
di OMERO CIAI
OGGI a Buenos Aires il complesso dell'Esma (Scuola tecnica della Marina) che dal 1976 al 1983 fu il più grande lager dell'ultima dittatura militare argentina verrà consegnato dalle Forze armate alle autorità civili per essere trasformato nel "Museo della Memoria". La costruzione del Museo, che verrà affidata alle organizzazioni per i diritti umani e finanziata dal governo nazionale, è uno dei passaggi simbolici più importanti nella politica del presidente Kirchner a favore delle vittime della "guerra sporca" scatenata trent'anni fa dai militari contro i partiti dell'opposizione, i sindacati e i movimenti studenteschi. Lanciato più di tre anni fa, nel marzo del 2004, il progetto di trasformare l'Esma in un luogo della Memoria inizia così ad essere realizzato mentre grazie alla cancellazione da parte della Corte Suprema delle leggi di amnistia e indulto sono ripresi tutti i processi ai militari e ai membri della polizia accusati di torture, omicidi e crimini contro l'umanità. Due si sono conclusi da poco: Julio Simon, il carnefice di "Garage Olimpo", è stato condannato a 25 anni di carcere mentre l'ex commissario di polizia Miguel Etchecolatz ha avuto l'ergastolo. All'interno dell'Esma, da dove partivano ogni notte i gruppi speciali (grupos de tarea) che sequestravano gli oppositori politici, vennero reclusi, torturati e uccisi più di 5.000 dei 30.000 desaparecidos della dittatura militare dei generali Jorge Videla, Emilio Massera e Roberto Viola. La maggior parte di loro venne gettata nel Rio della Plata in quelli che si chiamarono "i voli della morte", operazione con la quale - come ha rivelato l'ex marinaio Adolfo Scilingo condannato a 640 anni di carcere da un tribunale spagnolo per crimini contro l'umanità - i militari facevano scomparire le persone sequestrate e condannate a morte senza processo. Negli edifici dell'Esma funzionò in quegli anni anche un piccolo ospedale con un reparto maternità clandestino. Lì i militari attendevano che le ragazze incinte sequestrate portassero a termine la gravidanza per sottrarre loro i bambini, che venivano affidati a famiglie di militari o poliziotti, e poi ucciderle. Prima di essere narcotizzati e gettati in mare i prigionieri - nella stragrande maggioranza giovani sotto i 25 anni - venivano torturati e costretti a collaborare con l'illusione, di solito falsa, di avere salva la vita. Il complesso dell'Esma si trova nella zona nord della capitale argentina e ha una superficie di 14 ettari all'interno della quale sorgono una trentina di edifici che negli ultimi anni hanno ospitato il centro di studi strategici della Marina, un liceo militare e una scuola di guerra navale. L'apertura al pubblico del "Museo della memoria" è prevista entro un mese, all'inizio di novembre. Ma per il futuro il governo argentino ha in serbo un progetto più ambizioso: trasformare l'area dell'Esma in un Istituto Internazionale sui diritti umani e consegnarlo alle cure dell'Unesco.
miércoles, 3 de octubre de 2007
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