sábado, 3 de enero de 2009

La "Dakar" argentina vista desde Italia


Folla per la Dakar argentina

La corsa rallystica più famosa al mondo si disputa quest'anno in Sud America. Al via il primo incidente, per fortuna senza conseguenze: un'automobile della squadra argentina 'Proto Monti 09', ha investito una spettatrice che stava guardando la sfilata per le strade di Buenos Aires, invase da oltre 500 mila persone
La sfilata notturna dei partecipanti tra le strade di Buenos Aires.



BUENOS AIRES, 3 gennaio 2009 - E' partita con un lieve incidente la Dakar 2009, che quest'anno si disputa tra le strade del Sudamerica. Un'automobile della squadra argentina 'Proto Monti 09', ha infatti investito una spettatrice che stava guardando la sfilata delle auto del rally per le strade di Buenos Aires. La prima giornata, in cui i veicoli della corsa hanno sfilato per il prologo della gara, ha visto per le strade oltre 500mila persone a salutare l'evento nella capitale argentina. Il transito in cittá nella mattinata è stato caotico in alcuni tratti, visto che la polizia aveva recintato la zona centrale di Buenos Aires per consentire il passaggio, senza problemi, delle auto tra due ali di folla. L'incidente si è poi registrò in serata, intorno alle 20 ora locale, all'intersezione dei viali Del Libertador e Sarmiento, nel quartiere Palermo, quando un veicolo condotto dall'argentino Francisco Otaño e con Leonardo Monti copilota, ha investito una donna che è stata ferita in modo non grave, subito trasportata in pronto soccorso ma solo per precauzione.

TRADIZIONE E NOVITA'- E' la prima volta dopo trent'anni che la corsa rallystica più famosa al mondo lascia Africa. Una decisione assunta dagli organizzatori dell'Aso dopo che l'anno scorso erano stati costretti ad annullare la gara in seguito alle minacce terroristiche avanzate da gruppi islamici legati ad Al Qaeda in Mauritania. Dopo l'uccisione di 4 turisti francesi, il 24 dicembre, era stato proprio il governo di Parigi a sconsigliare la partenza della gara. Etienne Lavigne, direttore della corsa, ha spiegato in un'intervista la decisione di mantenere il nome originario dell'evento, nonostate il nuovo scenario: "Legittimo che la gente se lo chieda ma non ci sono dubbi che noi abbiamo organizzato la Dakar e che i concorrenti siano consapevoli di affrontarla: un evento che fonde professionisti e amatori con l'endurance e condizioni estreme". Dakar, insomma, è diventato sinonimo di avventura. "Sarebbe come cambiare nome a una nave", ha concluso Lavigne.

ADRENALINA LUNGO LE ANDE - Anche il Sudamerica non risparmierà ai partecipanti il gusto dell'avvenura, con punti particolarmente difficili da percorrere: dalle pietraie della Patagonia al deserto dell'Atacama, il più arido al mondo, senza scordare le dune di sabbia e i passaggi andini a 4.700 metri di altitudine. In 15 giorni, compreso uno di riposo, i concorrenti percorreranno 9.578 km, 5.656 km dei quali di prove speciali, fino all'arrivo a Buenos Aires il 17 gennaio. Rispetto, all'Africa, come ovvio, ci saranno alcune differenze: ci sarà meno sabbia (35% del terreno delle speciali) e più terra e ghiaia (50%). A tutto ciò va aggiunto un 15% di pietraie. Non solo, la Dakar salirà sino ai 4.700 metri di altitudine dei passi andini. Immutato, invece, il fattore pericolo. In Africa hanno perso la vita 49 persone, incluso lo stesso Sabine che nel 1986 si schiantò a Gourma Rarhous (Mali) in elicottero. Poi bisogna aggiungere anche abitanti e tifosi. Va ricordato che esistono dei limiti di velocità: 50 km/h nei centri abitati, mentre nei trasferimenti è obbligatorio rispettare i limiti di velocità stabiliti dal codice. Sulle strade dell'Argentina poi quest'anno ci sono stati 22 morti al giorno, 5.427 da gennaio ad agosto. Un dato che fa riflettere.

CAROVANA - Nonostante i rischi, sono sempre numerosi gli iscritti alla gara. Quest'anno ben 505: 218 moto, 179 auto, 81 camion e 27 quad. A questi vanno aggiunti centinaia di veicoli di assistenza. Anche gli italiani sono presenti con venti equipaggi: 7 moto, 6 auto, 5 camion e 2 quad. Finire la corsa sarà già un successo. Più ambizioso il traguardo di Miki Biasion, due volte iridato nei rally, e Riccardo Garosci, entrambi su Mitsubishi, che sono tra i favoriti nella classe T2, cioè nelle auto derivate dalla produzione di serie. Categoria nella quale Garosci è campione del mondo in carica. Tra i favoriti la Mitsubishi, alla ricerca dell'ottavo successo di fila, e la Volkswagen, che non vince dal 1980. Prima guida dei giapponesi il francese Peterhansel, 9 Dakar vinte, tre delle ultime 4 edizioni auto e 6 in moto. Con la stessa vettura, la debuttante Racing Lancer, l'ex discesista francese Luc Alphand, vincitore nel 2006 e secondo nel 2005 e 2007. I tedeschi affidano le loro Touareg all'ex rallista Carlos Sainz e al giapponese Hiroshi Masuoka. Tra le moto si preannuncia invece l'ennesima sfida fratricida tra le Ktm di Cyril Despres (primo nel 2005 e 2007) e Marc Coma (vincitore nel 2006).

NON SOLO EROI - Chi crede che la Dakar sia una competizione solo maschile si sbaglia. Sono venti le donne, un bel gruppo. D'altronde nel 2001 la gara auto venne vinta dalla tedesca Jutta Kleinschmidt. Tra queste le nostre Luisa Trucco e Camelia Liparoti: la prima guida un camion Iveco, la seconda un quad Ktm. L'edizione 2009 vedrà in prima linea anche gli ambientalisti sostenuti dallo scrittore cileno Luis Sepúlveda: sotto accusa la contaminazione delle aree vergini come l'Atacama e la Patagonia. I concorrenti pagheranno un eco contributo di 50 euro per moto e quad, 100 per le auto e 150 per i camion, il ricavato andrà a organizzazioni ambientaliste.

Autor: Giovanni Cortinovis

martes, 19 de agosto de 2008

medalla argentina!

Primera medalla de oro para Argentina

Juan Esteban Curuchet y Walter Pérez hicieron historia en el deporte argentino al obtener hoy la medalla dorada en ciclismo, en la prueba americana de los Juegos Olímpicos de Beijing 2008, siendo la primera medalla dorada de la delegación nacional en China.


Además, Curuchet, de 43 años, y Pérez lograron la primera medalla para el ciclismo olímpico argentino, en una jornada histórica e inolvidable.

Los argentinos se quedaron con el primer puesto de la prueba americana o madison, que se corrió en el imponente Laoshan Velodrome de Beijing.

Los argentinos cuando promediaba la mitad de la carrera se hicieron inalcanzables para sus rivales, quienes igual los atacaron pero no pudieron superarlos y gracias a eso se quedaron con el oro y toda la gloria.

Detrás de los argentinos se ubicó la dupla española, integrada por Joan Llaneras y Antonio Tauler, mientras que la medalla de bronce fue para los rusos Mikhail Ignatyev y Alexei Markov.

A la hora de la premiación todo fue emoción, con Gabriel Curuchet, hermano mayor de Juan, y Jefe de Equipo del Ciclismo en Beijing. Cuando se escucharon las estrofas del himno nacional argentino, por primera vez en estos Juegos Olímpicos, todo fue un mar de lágrimas.

Pocas veces una premiación olímpica fue tan emotiva como esta, algo que reconocieron todos los presentes, sobre todos los enviados internacionales, porque entre los argentinos todo fue festejo y desbordante alegría.

Olimpiadas Pekin 2008: Argentina 3 - Brasil 0

Argentina ya piensa en la final

El seleccionado argentino venció 3 a 0 a Brasil y con este resultado clasificó finalista del torneo de fútbol olímpico de los Juegos de Beijing 2008, donde lo espera Nigeria, que hoy goleó a Bélgica. Los goles argentinos los marcó Sergio Agüero, a los seis y doce minutos del segundo tiempo. EL tercero fue convertido por Riquelme, de penal.

El partido se jugó en el estadio de los Trabajadores de Beijing, con arbitraje del uruguayo Marín Vázquez y las siguientes formaciones:

ARGENTINA: Sergio Romero; Pablo Zabaleta, Ezequiel Garay, Nicolás Pareja y Luciano Monzón; Fernando Gago, Javier Mascherano y Angel Di María; Juan Román Riquelme y Lionel Messi; Sergio Agüero.

BRASIL: Renan; Rafinha, Alex Silva, Breno y Marcelo; Lucas, Hernanes, Anderson y Diego; Ronladinho y Rafel Sobis.

lunes, 18 de agosto de 2008

Non è argentina la «voce» del tango

Buenos Aires Le prime ammissioni: Gardel nacque in Uruguay

Non è argentina la «voce» del tango

Una storica: «Ecco le prove». Ma è polemica. E il caso finisce in Parlamento.

RIO DE JANEIRO — «Il mio cuore è argentino, ma la mia anima è uruguayana, perché in quel Paese sono nato», confidò Carlos Gardel in una intervista, appena pochi mesi prima di trovare la morte in un incidente aereo, nel 1935. Basta? Nemmeno per idea. La disputa sulla reale nazionalità del più grande cantante di tango di tutti i tempi divide i Paesi sul Rio de la Plata da decenni, e non accenna a trovare una conclusione. Musei e documenti da una parte e dall'altra, pacchi di prove presentate dagli studiosi, non hanno chiarito il dubbio, nemmeno adesso che una ricercatrice argentina ha infranto il tabù: «Sì, Gardel è nato in Uruguay», ha detto qualche settimana fa la storica Martina Iñiguez, portando ad una commissione del Parlamento di Montevideo una foto del piccolo Carlos, sostenendo che sia stata scattata nel 1893 in una scuola elementare della capitale uruguayana.

LA DISPUTA - L'immagine era conosciuta, ma gli argentini ritenevano(e ancora sostengono) che venne presa invece in una scuola di Buenos Aires. Per caso Gardel ha mai scritto una struggente melodia dedicata a Tacuarembò, si chiedono ironici i porteños, quando parlano dell'autore dell'indimenticabile «Mi Buenos Aires querido» (1934)?. Ma è questa cittadina uruguayana, a 400 chilometri da Montevideo, il principale luogo di culto del cantante. Entrando a Tacuarembò un busto e una gigantografia accompagnano la frase, citata all'inizio di questo articolo, che dà maggior forza alla tesi uruguayana. Portano il suo nome la stazione ferroviaria, l'hotel più importante e diversi locali pubblici. L'Uruguay ha fissato l'epicentro del gardelismo addirittura per legge, nel 1966, ed è nel Parlamento nazionale che si trovano i maggiori esperti della questione. Secondo questa tesi, Carlos Gardel ha nascosto per anni la sua origine uruguayana perché frutto del peccato dei suoi genitori. Il padre ebbe un affaire con la sorella più piccola della moglie, di appena 13 anni, e molti documenti ufficiali vennero fatti sparire.

LA CONDANNA - Altro motivo dell'ambiguità sarebbe una pena scontatada Gardel in un carcere, prima di diventare famoso, della quale poi si sono perse le tracce assieme ai documenti. Gli argentini, dall'altra parte, ammettono che Gardel non è venuto al mondo a Buenos Aires, ma in Francia. Di certo non in Uruguay. Secondo questa tesi sarebbe nato a Tolosa nel 1890, figlio della madre single Marie Berthe Gardes, che poi emigrò a Buenos Aires dove cambiò il cognome in Gardel. La pista francese è accettata in Uruguay, ma con un'altra versione. Sarebbe stato il padre del piccolo, un colonnello dell'esercito, a consegnarlo ad una donna francese dopo il pasticcio tra sorelle. Nato a Tacuarembò, il neonato sarebbe poi finito in Francia e da lì a Buenos Aires.

ANCHE LA DATA DI NASCITA E' INCERTA - Per tutta la sua breve vita — è morto attorno ai 45 anni, perché nemmeno la data di nascita è certa — lo stesso Gardel ha fatto di tutto per confondere le acque. Nel testamento scritto di suo pugno nel 1933, due anni prima dell'incidente aereo in cui perse la vita, il cantante avvalora la tesi argentina, quella della nascita in Francia. Ma in un documento consegnato al consolato uruguayano a Buenos Aires, qualche anno prima, ammetteva di essere figlio del colonnello Carlos Escaloya e chiedeva, da straniero, il riconoscimento della nazionalità argentina. Qualche anno fa un deputata uruguayana ha infine suggerito di riesumarne il corpo, e confrontare il suo Dna con quello di presunti parenti con origini a Tacuarembò. La richiesta è stata respinta da un giudice di Buenos Aires, dove Gardel riposa — non troppo in pace, è il caso di dire — nel cimitero della Chacarita.

jueves, 31 de julio de 2008

Italia? No, grazie!

L'inflazione e' il livello piu' elevato dal giugno del 1996. in crescita anche i servizi balneari +8%

Nuovo balzo dell'inflazione, a luglio +4,1%

Istat: a giugno era al 3,8%. Su base mensile +0,5%. Aumento boom per pasta +25%, pane +12,1% e gasolio +31,4%

MILANO - L'inflazione galoppa a livelli vertiginosi. A luglio è volata al +4,1% dal +3,8% di giugno, raggiungendo il massimo dal giugno del 1996.

L'inflazione a luglio è salita al 4,1% (Ansa)
Lo comunica l'Istat aggiungendo che su base mensile i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,5%.

PREZZI - Alimentari e carburanti, ma anche tabacchi e servizi turistici. Sono queste le voci che fanno da base alla nuova accelerazione dell'inflazione nel mese di luglio. Secondo quanto comunica l'Istat, il prezzo di pane e cereali è cresciuto a luglio del 12,1%, con un +13% per il pane ed un +25% per la pasta, che accelera ancora rispetto al +22,3% di giugno. In forte tensione anche il comparto energetico, dove la crescita è del 2% su base mensile e del 16,6% su base annua. Non si ferma infatti la corsa del diesel, che dopo il +31% di giugno registra un +31,4% (+1,3% sul mese), mentre la benzina aumenta del 13,1% (+1,3% sul mese). È boom anche per il prezzo dei tabacchi, che hanno registrato un aumento congiunturale del 2,6% e annuo del 5,4%, mentre si fa sentire il «caro-ombrellone». Per i servizi balneari la crescita dei prezzi è arrivata all'8%, per i camping al 4% e per i pacchetti vacanza al 5%. Non va meglio per chi sceglie di rimanere a casa e consolarsi con la televisione, perchè gli abbonamenti alle pay-tv sono aumentati del 5,1%.

ZONA EURO - Nel mese di luglio anche l'inflazione nella zona dell'euro ha fatto registrare ancora un aumento, arrivando al 4,1%. Lo indica la stima flash diffusa da Eurostat, l'ufficio europeo di statistica. Il dato definitivo sarà reso noto il 14 agosto prossimo. In giugno invece l'inflazione si era attestata al 4%, dopo il 3,7% di maggio.



31 luglio 2008

jueves, 10 de julio de 2008

Argentina, lo spettacolare crollo del Perito Moreno



Esperti e turisti aspettavano da giorni lo spettacolo della rottura del ghiacciaio Perito Moreno, il più famoso della Patagonia Argentina, situato a 2.700 chilometri a sud di Buenos Aires. Inaspettatamente, in pieno inverno australe, un braccio ghiacciato che lo collega alla terraferma è crollato con grande anticipo. In passato il fenomeno aveva un ciclo di almeno 15 anni mentre recentemente si è ripetuto con maggiore frequenza, nel 2004 e nel 2006. L'anomalia è però data dal periodo: le precedenti rotture sono avvenute a marzo, al termine dell'estate australe, quando cioè il ghiaccio risulta indebolita e più vulnerabile rispetto alla pressione dell'acqua, cresciuta per il disgelo. " Invece è la prima volta dal 1917 che il ghiacciaio si rompe durante l'inverno", ha confermato il responsabile del Parco nazionale "Los Glaciares", Carlos Corvalan. Il Perito Moreno ha una superficie di 195 kmq, con un'altezza dello spessore del ghiaccio fra 50 e 70 metri